Non c’è niente da fare genio e sregolatezza camminano a braccetto in ogni angolo del pianeta. Secondo gli addetti ai lavori il calciatore ugandese più forte di tutti i tempi è stato tale Majid Musisi Mukiibi (15 settembre 1967 - 13 dicembre 2005). Parliamo al passato perché purtroppo il calciatore è morto alla giovane età di 38 a causa di una malattia non meglio identificata. Musisi, soprannominato anche “Tyson” e “Magic”, nell’arco della sua carriera non ha accusato mai un infortunio muscolare. La massa muscolare del calciatore, infatti, era fuori dal normale, a detta di chi ha avuto la fortuna di allenarlo. Musisi muove i primi passi nel Mulago ed attira subito le attenzioni della squadra più blasonata del paese: il SC Villa. Musisi, a suon di gol, spinge la propria squadra alla conquista di sei titoli consecutivi divenendo, per 4 volte, il capocannoniere della massima serie. Adocchiato dal Rennes, il calciatore nel ‘92, assapora l’Europa ed il vero professionismo. Dopo due anni trascorsi anonimamente in Francia, Musisi viene ceduto ai turchi del Bursarspor. Dopo 3 anni, 31 gol ed il titolo di miglior calciatore straniero del campionato turco passa al Çanakkale Dardanelspor per 1 milione d’euro. Da qui, con la retrocessione in B della propria squadra, inizia la parabola discendente del calciatore che in seguito farà ritorno in patria dove ottene altri successi con il Villa.
Fuori dal terreno di gioco il calciatore divenne noto per la sua vita non proprio irreprensibile. Nonostante fosse musulmano, Musisi, era dedito all’alcool ed alla vita sregolata. Nel 97’ il calciatore fu arrestato per aver violentato una studentessa sedicenne. In un’occasione, si racconta, che il calciatore, al culmine di una furiosa lite quando militava nel Villa, abbia mostrato il sedere al proprio presidente. Nel 2003 il calciatore scese in campo visibilmente ubriaco durante la finale del torneo Bya Biia Baganda tra Lugave e Mamba. Appese le scarpe al chiodo, Musisi, si spense alle 20 del 13 dicembre 2005 sulla strada che lo portava all’ospedale di Nsambya.
venerdì 7 maggio 2010
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