lunedì 29 marzo 2010

Sven-Goran Eriksson in Sudafrica

Sven Goran Eriksson ci riprova. Ai Mondiali 2010 avrebbe dovuto partecipare alla guida del Messico, ma e' stato cacciato quasi un anno fa, il 2 aprile scorso dopo la sconfitta per 3-1 nelle qualificazioni Concacaf contro l'Honduras che stava per costare un posto in Sudafrica al 'Tricolor'. All'epoca i giornali messicani scrissero che Eriksson ''ci costa 4 milioni di dollari e non serve a niente'', e puntuale arrivo' l'esonero. Ora lo svedese, che a febbraio ha lasciato l'incarico di d.g. di quel Notts County che avrebbe dovuto portare dalla quarta serie alla Premier in un quadriennio, si presentera' nel torneo iridato come ct della Costa d'Avorio che ieri ha ufficializzato il suo ingaggio, senza specificare durata del contratto e compenso percepito. Uno speaker si e' limitato a leggere, durante un notiziario del canale di Stato, una nota della federcalcio ivoriana in cui si precisava che, con Eriksson, ''l'obiettivo e' di disputare un torneo onorevole''. Il prescelto in realta' era stato Guus Hiddink, ma il giramondo olandese, che ha lasciato la Russia, poi ha respinto le offerte della Juve e da agosto sara' il nuovo tecnico della Turchia, ha rifiutato il contratto valido solo per la durata dei Mondiali che i dirigenti degli Elefanti gli avevano offerto. Ecco allora che, per giocare questo girone di ferro con Brasile, Portogallo e Corea del Nord, la scelta e' caduta su 'Svengo', l'allenatore che invento' prima un Goteborg di livello europeo (vinse la Coppa Uefa), poi sedusse Dine Viola battendo la Roma con il Benfica prima di trasferirsi a Trigoria e buttare via uno scudetto con una squadra giallorossa da sogno ma capace di farsi battere dal Lecce gia' retrocesso. Un tricolore nella capitale Eriksson lo ha poi vinto nel 2000, anno del Giubileo, come allenatore della Lazio, per poi lasciare Formello nemmeno un anno dopo e diventare il primo ct straniero della storia della nazionale inglese. Ne e' stato il 'condottiero' per due Mondiali, il secondo dei quali, quello tedesco, disputato dopo aver annunciato che a fine avventura, e a prescindere dall'esito, se ne sarebbe andato. In entrambi i casi la fine e' stata la stessa, un'eliminazione ai quarti di finale, per mano del Brasile in Giappone nel 2002 e del Portogallo nel 2006 in terra tedesca. Cosi' per Eriksson il Mondiale che sta per arrivare sara' l'occasione di una grande rivincita contro chi l'ha fatto fuori nelle precedenti occasioni: se la Costa d'Avorio vuole andare avanti, e diventare, come alcuni pronosticano, la grande sorpresa del torneo, dovra' per forza eliminare nella prima fase una di queste due nazionali, magari evitando di vivere una sua Corea. In ogni caso e' un fatto anche di motivazioni, e ad Eriksson certo non mancano. E poi forse in Africa quella di prendere un ct svedese per il Mondiale sta diventando una moda: lo ha fatto anche la Nigeria con Lars Lagerback, anche lui appena arrivato, e non rimane che vedere se saranno state mosse vincenti

Fonte Ansa.it

giovedì 18 marzo 2010

Lo "Scorpione" Higuita

Dopo una serie di esperienze con squadre amatoriali, nel 1987 incontra il mondo del calcio professionistico nell'Atlético Nacional di Medellìn, dove rimane fino al 1992 vincendo una Coppa Libertadores, poi sconfitto contro il Milan di Sacchi in Coppa Intercontinentale, e una Coppa Interamericana, anno in cui passa al Real Valladolid che però abbandona dopo sole due stagioni, preferendo riaccasarsi nella società che lo ha lanciato e vincendo un'altra Coppa Interamericana. Nel 1996 va a giocare in Messico e successivamente in Ecuador e lì rimane fino al 2004, prosegue la sua carriera girando annualmente di squadra in squadra.
Già dal 1990 diventa il portiere titolare della Nazionale colombiana con cui partecipa, senza buoni risultati, ai Mondiali di Italia '90. In tale occasione si spostò fino ad arrivare a centrocampo, dove il nazionale camerunese Roger Milla gli rubò il pallone, realizzando una comoda rete a porta sguarnita.
Più famoso per i suoi gol che per le sue parate (con la Nazionale ne fece tre in 69 partite ufficiali), venne reso ancor più famoso dalla sua "Mossa dello scorpione", un modo tutto originale di parare da lui ideato; in pratica, esso consisteva nel mettere le mani a terra, fare una capriola in avanti e respingere il tiro con una rovesciata al contrario: a farne le spese fu Jamie Redknapp durante la partita amichevole Inghilterra - Colombia 0 a 0 del 1995.